giovedì 7 gennaio 2016

ANCORA DALL'ANTARTIDE



Ed ecco altre pagine di diario dall'Antartide del babbo di Francesco, Alessandra e Anita



Venerdì 25 dicembre 2015
Oggi sveglia alle 07:30, perché è Natale, perché ieri sera abbiamo bevuto un bicchierino e anche per far riposare un po’ di più  i 6 che hanno viaggiato per più di 30 ore senza riposare correttamente.

Io alle ore 05:30 mi sono svegliato per telefonare a casa. Email quante ne vogliamo, ma di telefonate 10 minuti a settimana e per conservarmi tutti i minuti è da 10 giorni che non telefonavo. È solo in questo momento che i minuti volano. Ormai ci sono abituato, però vi posso garantire che quando  rispondono i piccoli e dopo un po’  gli devi dire: “Papà deve chiudere perché il tempo e scaduto” non è una bella cosa, ma si supera tutto. 

Quelli che sono a MZS e Concordia sono fortunati su questo: possono chiamare quando vogliono  senza problemi. Alessandra mi disse prima di partire: “Papà, quando sarà il giorno del nostro compleanno faremo un collegamento con Skype  dove noi mangiamo di qua e tu dall’altra parte”. Tutto questo però non è stato possibile. Dopo la telefonata sono ritornato a letto ad attendere le 07:30.

Nella notte altri problemi. Il gruppo elettrogeno ha deciso di mollarci, perciò sposta i trattori e aggancia il n° 14 che ha la generatrice di corrente. Nella realtà la guarnizione va bene, o meglio andava bene. La pompa dell’acqua, con il caldo eccessivo a causa della perdita,  ha subito una piccola deformazione tanto da non aderire più correttamente sul blocco del motore, così continua a perdere acqua e adesso solo a Concordia si può tentare di ripararla.  Ormai non si torna più indietro nonostante il bel deficit che abbiamo, il responsabile ha deciso di proseguire il viaggio. Nel frattempo utilizziamo per lavarci  l’acqua di riserva, e nel caso decidesse di abbandonarci anche questa allora siamo fritti.



Sabato 26 dicembre 2015
Questa notte fuori ha fatto molto freddo, il termometro appena alzati segna  -30 °, vento forte e visibilità molto scarsa, credo non oltre i 200 m, infatti  ho aggiunto al mio vestiario una maglietta in dotazione all’esercito. È strana a vederla ma molto efficace, è bianca, fatta a rete - meglio delle magliette termiche,  la differenza è che non ti appiccica il sudore addosso  perché con questo clima se ti vesti poco soffri dal freddo, troppo va bene finché ti muovi ed inizi a lavorare. Questa maglietta riesce a mantenere una temperatura corporea  più o meno costante per un tempo prolungato.

Viaggiamo a 5 km orari, sapete cosa significa? Che se facciamo una passeggiata siamo più veloci dei trattori. Il clima è strano,  davanti non vedi nulla, poi alzi  la testa  e vedi il cielo.
Ormai il finestrino del trattore non si apre più, è tutto congelato. Ogni tanto apro la porta per cambiare l’aria, e per non far congelare la porta, perché (anche se entra la neve che alza il vento) poi diventerebbe un problema uscire dal trattore.

Dopo tanto viaggiamo anche a 3,5 km orari. La colonna è compatta ma i Pisten Bully fanno fatica a rompere la neve ghiacciata davanti. Dopo una mezz’ora cambiano assetto della colonna, mettono due gatti delle nevi davanti e così, dividendosi lo strato di neve da spostare, riusciamo ad andare un po’ più veloci.

Dopo un po’ la neve davanti è diventata più morbida e riprendiamo la nostra velocità normale, ma la visibilità rimane ridotta, ancora di più: sembra che in questo posto ci siamo io ed il carrello del trattore di Mirko che sta davanti a me.

Il vento è così forte che con effetto quasi immediato riesce a coprire in buona parte le tracce degli sci davanti a me. La colonna è compatta, anche se non riesco a vederla,  sicuramente Mirko vede il carrello del trattore davanti a lui, e Jack il mio. 

Ci fermiamo per andare in bagno, due minuti e si riparte. Devo pensare che il sole e le temperature di Prud Homme sono un sogno: se eravamo in base, con un tempo del genere eravamo chiusi  dentro. Qui bisogna andare avanti, niente e nessuna ci ferma.

La mia mente pensa alla vecchia campagna di Russia dei soldati italiani, di Napoleone Bonaparte. Oggi con i mezzi moderni si hanno difficoltà diverse, immagino a quei tempi. A volte sarebbe bello tornare indietro nel tempo, almeno solo per vedere come superavano tutte queste difficoltà. 

Io la notte dormo al caldo, spengo i riscaldamenti perché mi hanno dato un sacco a pelo che emana un calore esagerato, infatti ho aperto tutta la cerniera e lo uso come coperta, altrimenti  soffro dal caldo. Noi all’interno cerchiamo di tenere la temperatura quando più bassa possibile per evitare scompensi termici, infatti non superiamo i 17°. 

Diminuisce di nuovo la visibilità, si può dire viaggiamo ‘a contatto’. Ci sono  dei momenti che scompare la strada davanti, e per capire dove andare riesco a seguire la parte alta della cisterna davanti a me. Che tempaccio.

Il cielo dopo pranzo si è un po’ aperto -  visibilità max 100 m - il vento fa entrare la neve nell’abitacolo del trattore anche con i vetri chiusi. Mirko davanti a me, avendo il parabrezza un po’ rotto, ed essendo a vetro camera, gli è entrato l’umido dentro congelandosi e non riesce a vedere nulla.  La soluzione: io sono andato davanti con il mio trattore e lui dietro. 

Verso le 18:30 visibilità a circa 300 m. È e come il miracolo di Mosè quando si aprì il mare. Alle ore 20:00 si apre il cielo ed il vento si calma, dandoci la possibilità di svolgere le nostre operazioni prima della cena.

Ormai gli orari sono quelli, prima delle 22:00 non riusciamo a cenare. Questa  sera come dolce c’era il gelato con la cioccolata calda da mettere sopra; ma io ho avuto un’ altra idea: pandoro tagliato in verticale in 5 pezzi ed ho messo la cioccolata tra i vari strati, poi ho fatto riscaldare nel forno e non vi dico i francesi, l’hanno divorato.

È mezzanotte - un email e ci laviamo un po’, non troppo perché si rischia di consumarci troppo e poi chi ci vede pensa che siamo dimagriti, ma non è questo che dobbiamo far vedere, è solo che essendo in un continente che contiene più del 70% dell’acqua del pianeta terra, ne abbiamo approfittato.



Domenica 27 dicembre 2015
Ormai sono otto giorni che siamo in viaggio, temperatura –28 °. Anche oggi il carico è rimasto incollato alla neve, però dovete sapere che in Campania abbiamo  un acronimo CNF (CA NISCIUNO È FESSO), e questa volta  abbiamo fatto all’italiana maniera: essendo davanti ed avendo collegato al mio trattore solo tre cisterne di gasolio da 12.000 litri  mi sono sganciato  da Mirko  ed ho portato il mio carico  a circa 100 m,  poi sono tornato indietro solo con il trattore, e con tutte e due i trattori senza le mie cisterne abbiamo tirato  il carico di Mirko fino a raggiungere le cisterne davanti e riagganciarci per ripartire.

I Francesi hanno lasciato qui una cisterna da 12.000 litri di gasolio, la riprendiamo al ritorno, ci serve per fare rifornimento per rientrare a Prud Homme, è inutile portala fino a Concordia e poi riportarla indietro.

La nebbia continua a farci compagnia, in cambio il vento ha deciso di darci un po’ di tregua. Alle ore 14:00 il termometro segna  -23 ° e solo dopo pranzo anche la nebbia ci lascia. Cielo aperto ed un sole che si sta benissimo.

Alle ore 17:04 siamo entrati nel settantesimo parallelo oggi siamo riusciti a fare 105 km.



Lunedì 28 dicembre   2015
Temperatura  -28 °, l’umidità è stabile sempre intorno al 40 %. Stiamo salendo piano piano, ma mi capita che quando aumento il ritmo nel fare le mie cose vado in debito d’ossigeno, perché è vero che siamo a 2.660 m sl,  ma è come se fossimo a più di 3.000 a causa della bassa pressione che c’è.

Anche questa mattina il mio carico si è incollato, ma ormai facciamo da soli: procedure all’italiana. Devo dire i francesi sono un po’ duri ad accettare le nostre metodiche di lavoro, loro lavorano con procedure standard, ma questa l’hanno applicata anche loro, è molto più veloce, e domani mattina cambieremo ancora: attacchiamo subito il carico più pesante con i due trattori e lo muoviamo anche di mezzo metro - il tempo di scrostarlo dalla neve -  e poi ci colleghiamo tra di noi, così evitiamo di agganciarci , sganciarci e riagganciarci. 

Si parte con un po’ di foschia, ma dopo qualche km  il cielo si apre,  a circa 20 km dovremmo fermarci, perché siamo circa a metà percorso tra Prud Homme e Concordia. Dobbiamo preparare una pista per atterraggio aerei, ed a 130 km da Concordia ne dobbiamo fare una nuova.
Osservo una cosa man mano che saliamo: la neve sotto di noi è più spianata ed anche le sue sculture sono più piccole.

Viaggiamo sempre a 185° ma alle ore 09:30 in coordinate 70°23'073’’ S e 134°04'223’’  cambiamo rotta per raggiungere la pista  a 145° per circa 6 km.

Siamo alla pista, la prima cosa che noto è una grande cisterna di gasolio e la stazione meteo. Quando siamo andati via abbiamo lasciato anche qui un’altra cisterna piccola con circa 6.000 litri dentro che riprenderemo al ritorno.

Parcheggiamo i trattori davanti alla caravan centrale, piccola riunione per divedere i compiti. Ad ognuno un ruolo: io  con Jacky  abbiamo alzato i bidoni vuoti e pieni di gasolio che erano sotterrati nella neve lungo la pista, David  e Gilloud hanno il compiti di pareggiare la pista con i gatti delle nevi, Bernard e Mirko hanno rifornito di gasolio la pista.  Anais con Beth e Claire alla cucina. 

Per le 13:00 ho finito. Qualche email e pranzo. David e Gilloud  hanno ancora un po’ da lavorare sulla pista. Giriamo un po’, ma poi mi sono messo nel trattore e mi sono addormentato. Anche se fa freddo, quando c’è il sole attraverso il parabrezza del trattore fa un caldo che ti invitata a farti una bella dormita. Ma dopo circa 20 minuti ci siamo organizzati per ripartire, devo ammettere, un pò di stanchezza  inizio a sentirla.

Ore  16:20, si riparte: Oggi pomeriggio tocca a me stare avanti, angolo di rotta 218°, diritti per Concordia, il navigatore dice che mancano 630 km. Oggi per guidare mi sono preso un caffè sul trattore.  Mi sono fatto mandare per l’occasione della traversa un po’ di caffè da MZS, mi hanno inviato anche quello solubile.

Alle 20:00 stop per la notte. Ormai dopo lo stop parte la catena di montaggio, cioè tutti all’opera. Ognuno sa quello che deve fare e va in automatico, a volte capita che a lavorare vicino ad un trattore siamo anche in 4. Nonostante il lavoro della pista abbiamo percorso 61 km.




Martedì 29 dicembre 2015
Coordinate 71°42'452’’ S 131°44'662’’, altezza 2988,  temperatura  –28°,  devo dire si sopportano molto bene. Questa mattina abbiamo viaggiato tanto, abbiamo inserito anche la marcia n° 13, che a 1.700 giri corrisponde a circa 15 km orari, cielo sereno  fino all’ora di pranzo. Sono io davanti che tiro, verso mezzogiorno vedo un uccello, cosa molto stana, siamo ad oltre 500 km dalla costa, cosa ci faceva non si sa. 

Pranzo veloce e leggero.  Il responsabile della traversa ci spiega che, per quando possa sembrare strano, quanto più in alto siamo più la neve è morbida, bisogna prestare molta attenzione a non uscire di strada perché i trattori, e soprattutto i carichi, sprofondano molto facilmente e, trovando il morbido e l’altra parte essendo ancora nel duro, si ribaltano in un modo molto semplice, ed il nostro obbiettivo è consegnare il carico integro.

Fatta questa premessa il pomeriggio si è animato. Mirko guidava, questa volta lui davanti , e come ben sapete c’è il suo trattore, tre cisterne del gasolio,  una corda di circa 15 m legata al mio trattore  ed a seguire il mio carico.

Eravamo con la marcia n° 13, distratto manda il cambio del trattore in folle. Il problema è che per  rimettere la marcia dentro deve fermarsi e ripartire da capo, altrimenti non entrano, dunque si è bloccato davanti all’improvviso, ma tra me ed il suo carico ci sono appena circa 15 m.

Il tempo di accorgermi che lui si è bloccato e decidere. Fuori strada non posso andare che mi ribalto. Ho frenato tutto di colpo, mi sono solo appoggiato alla cisterna davanti senza portare alcun danno, ma il carrello del carico che porto io non è ancorato direttamente al trattore ma fissato tramite un’altra corda di circa 2 m, dando un bel po’ di flessibilità ai rimorchi dietro.

Al mio frenare all’improvviso, per evitare di entrare nella cisterna del gasolio e fare danni anche al trattore, il carrello dietro mi ha tamponato. Non vi dico il panico, sia io che Mirko davanti, che al momento che il suo trattore si è bloccato aveva immaginato una scena  poco piacevole, ma il tempo anche per attirare la mia attenzione prima è stato così poco che lui ha dato priorità a ripartire, anche se non ce l’ha fatta. 

Per radio ho detto: “Mirko, cosa è successo?”  attirando l’attenzione e la curiosità dei francesi e lui mi ha spiegato cosa gli era capitato. Non ha avuto il coraggio di voltarsi indietro e mi ha fatto la stessa domanda. Io gli ho detto: “ Ho evitato di entrare nella cisterna, ma mi ha tamponato il carrello scendo e vado a vedere i danni”.

Osservo.  Per pura fortuna il carrello nella parte sua più dura ha urtato il trattore nella parte più dura. Ho dato una controllata veloce alle casse sul rimorchio ed alle cinghie per vedere se nell’urto si erano  mosse e mi è sembrato di no, ho dato tutto ok al responsabile della colonna, ma non aveva capito cosa era successo. Non vi dico lo spavento, sono stato tutto il pomeriggio con occhi spalancati che non battevo nemmeno più le ciglia.

Fermati per la ‘pausa tecnica’, come la chiamano i francesi per non dire andare in bagno, ho ricontrollato e parlato con Mirko di nuovo dell’accaduto, notando una cassa un po’ fuori  sagoma. Ripreso il cammino, appena fermi per la notte ho spiegato cosa era successo e ho fatto vedere, chiamiamoli, i danni. Il responsabile non si è incavolato per l’incidente avvenuto, ma semplicemente perché essendo lui il responsabile doveva decidere lui se il carico andava bene, e non io, in quando non aveva capito dell’impatto avvenuto. 

Devo dire anche che si è complimentato con me perché secondo lui ho fatto la manovra giusta, non uscendo fuori strada mettendo ad un ulteriore rischio il carico, perché lui avrebbe preferito che io sfondassi la cisterna del gasolio rompendo anche il trattore , ma non compromettere il carico che è fondamentale per il lavoro degli scientifici. Se uscivo fuori strada per evitare la cisterna mi sarei ribaltato sicuramente, rovinando la strumentazione  che trasportavo e facendo fallire il progetto e lo scopo per cui siamo qui. 

I francesi battono la strada dove passano ogni anno, non fanno un percorso nuovo. Seguono la strada già fatta negli anni passati. Sembra tutta neve, ma come vi ho detto l’Antartide ha mille colori e nonostante che ci sia nevicato sopra, la strada si riconosce   dai bordi che danno una forma diversa a tutto l’ambiante circostante, e viene seguita pari pari. Anche se ci sono delle S non le raddirizzano per evitare di sprofondare nella neve. A proposito di questo ci è stato dato anche l’ordine, in caso di avaria motore, di non andare sotto al trattore, perché al primo impatto la neve può sembrare solida, poi all’improvviso il trattore sprofonda e si rischia di rimanere schiacciati tra la neve e 15.000 kg del trattore.




Mercoledì 30 dicembre  2015
Cielo sereno quota 3150 m sl, temperatura media   -28°
Anche oggi abbiamo viaggiato. Vi dirò, guidare il trattore sulla neve a 14 km orari è impegnativo.  Alle 13:30, quando ci siamo fermati per il pranzo avevamo percorso 70,67 km.

Sosta un po’ più lunga per sistemare un gatto, ma alle 15:10 siamo ripartiti percorrendo in  totale 137 km. La neve ormai si vede  senza nessuna incertezza, è molto più morbida  e nello stesso tempo brilla molto di più.

Dopo l’episodio di ieri massima concentrazione. Nella pausa tecnica mi sono lavato la faccia con la neve ed è molto abrasiva,  infatti mi ha fatto un occhio un po’ rosso.

Sopra quel trattore si suda nonostante l’aria calda sia spenta. Non ha l’aria condizionata e spesso mi tocca aprire la porta mentre guido per far uscire un po’ d’aria calda e far entrare quella fredda.

Nemmeno in Afghanistan ho sofferto il caldo così. Ha il motore proprio sotto la cabina ed il caldo del motore fa sì che la cabina si surriscaldi, così si rischia anche di ammalarsi passando da una temperatura +30  a -30 quando ti fermi per lavorare.




Giovedì 31 dicembre 2015
Le temperature sembra che si stiano alzando, oggi è più caldo, la giornata è partita bene senza nessun intoppo, mancano 330 km per Concordia, oggi sono io davanti a guidare.

Verso le 11:00 ci siamo fermati per la nostra ‘sosta tecnica’ e nel ripartire si è spento il trattore, ma subito per radio ho attirato l’attenzione di Mirko senza causare nessun danno.

A pranzo Mirko mi ha chiesto cosa era successo, non gli ho saputo dare una spiegazione, l’unica cosa che gli ho detto: “A me è sembrato di fare tutto bene, forse ho sbagliato qualcosa e non ho capito dove”. Sono stanco, non volevo nemmeno pranzare, ma poi sembrava brutto e così mi sono seduto per mangiare qualcosa. Appena ho potuto sono andato sul trattore - senza nemmeno lavarmi i denti - a chiudere un po’ gli occhi, 10 minuti e poi siamo ripartiti.

Mentre viaggiavamo abbiamo scalato di marcia dalla 13 alla 10 e poi, nel ritornare a 13, il trattore ha dato segni strani, gli sono calati i giri del motore. Ho parlato con Mirko di questa cosa, poi si è ripetuta per altre due volte ed alla terza, perché si è spento,  abbiamo deciso di avvisare il responsabile. 

Il pericolo sta nel fatto che se io mi fermo all’improvviso e non riesco ad attirare l’attenzione di Mirko e lui nel frattempo è leggermente distratto, mi tampona e facciamo danni.

Soluzione: Mirko avanti ed io dietro. Viaggio perfetto, o così sembrava.  Questa sera invece di guidare fino alle 20:00, e poi tutto il resto, hanno deciso di smettere alle 19:00 in quando è il 31 dicembre; ma alle 18:30 arriva la vera sorpresa del giorno.

La fortuna, il fato, vuole che mentre sto controllando negli specchietti retrovisori se va tutto bene dietro, mi vedo partire sulla mia sinistra i carrelli. Il tempo di dire a Mirko stop e ci siamo fermati. La cisterna del gasolio, ma soprattutto il carrello con i due container sopra in bilico non sapeva se ribaltarsi oppure no. Avviso subito per radio il responsabile, scendo disperato. Ho sempre mantenuto quando più possibile la mia destra, non ho capito cosa sia successo, osservo il carico con tanta rabbia e penso a quanto si arrabbieranno i francesi, fagli capire che io guidavo sulla destra della strada,  quando noto uno sci della cisterna del gasolio staccato, i francesi lo chiamo sky.

Nel frattempo arriva Jean Luc, osserva e mi dice di allontanarmi perché il carico, essendo in bilico, potrebbe ribaltarsi. Ma non aveva visto lo sci staccato, allora gli ho fatto capire di seguirmi per farglielo notare, lui è rimasto un po’ freddo ed ha capito che la situazione era più complicata, ha comunicato per via radio a Nicolas spiegandogli cosa era successo ed il danno che c’era.

Dopo un po’ sono arrivati tutti i trattori. Nicolas, presa visione dell’incidente, ha fatto posizionare i trattori, alcuni per ancorare il carico con i container e con gli altri ha fatto un tentativo per riuscire ad alzare la cisterna; ma il peso è troppo, e dopo il secondo tentativo ha stoppato tutto, mandandoci a fare i pieni  ai trattori e lasciando anche il carico svincolato.

Una volta fatto i pieni abbiamo preso le cisterne vuote o semivuote (considerando che la maggior parte mentre si viaggiava e si svuotavano venivano parcheggiate lungo la strada per riprenderle al ritorno) ed abbiamo travasato il gasolio dalla cisterna grande a quelle piccole per ridurre il peso.  26.000 litri sono 26 tonnellate, più il peso della cisterna, le gru non potevano mai farcela.

Una volta tolti circa 20.000 litri siamo riusciti a sollevarla per riagganciare lo sci sotto e con delle manovre  l’abbiamo tirata fuori dalla buca che si era formata.  Una volta messa al sicuro la cisterna del gasolio abbiamo provveduto a recuperare il carico con i due container sopra.

Tra una cosa e l’altra abbiamo finito alle 23:45. Appena rientrati alla caravan era mezzanotte ed abbiamo brindato al nuovo anno, dopo ci siamo mangiati qualcosa. Qui oltre alle nostre mansioni quotidiane  abbiamo fatto dei turni per pulire dopo pranzo, e questa sera mi è toccato, sono andato a letto quasi alle due di notte e dalla stanchezza ho fatto fatica a prendere sonno. 




Venerdì 01 gennaio 2016
Sveglia alle 07:00. Ieri sera dalla stanchezza ho lavato i denti e sono andato a nanna, così anche se potevo dormire un’altra mezz’ora  in quando Nicolas ha detto che oggi iniziavamo a lavorare alle 09:00, sono andato in bagno con calma, mi sono fatta la barba, tagliati i capelli  e poi ricca doccia. 

Questa mattina io e Jean  Luc abbiamo avuto il compito di sistemare con quel poco che avevamo a disposizione lo sci della cisterna. Ieri sera avevamo lasciato cisterne e carichi in giro e gli altri hanno avuto il compito di riordinare tutto, anche perché dal luogo dell’incidente alla caravan ci sono circa 4 km. 

Abbiamo recuperato in magazzino un pezzo per sistemare lo sci e collegarlo alla cisterna, mentre l’altro l’abbiamo smontato dall’altro sci. In realtà ce ne vorrebbero 4 - ma non ci sono - dunque adesso uno sci viaggia con tre e l’altro con due.

A causa di questo inconveniente per motivi di sicurezza abbiamo ridotto la velocità, oggi siamo riusciti a fare 65 km. Abbiamo raggiunto il luogo dove va costruita di sana pianta una pista per atterraggio aerei. I francesi ci hanno lavorato per circa un’ora solo per delimitare l’area d’interesse, poi siamo ripartiti.

Io nel frattempo ho fatto un po’ di RCO (Recupero Capacità Operative ) della serie mi sono addormentato per una mezz’ora. 

Altri 5 km e ci siamo fermati per la notte. La seconda caravan che abbiamo in realtà non è quella di scorta ma bensì una caravan che doveva rimanere alla pista che fino all’ultimo non si sapeva cosa dovesse fare: se ci avrebbe seguito fino a Concordia per poi ritornare indietro, oppure se si sarebbe fermata alla pista mentre noi proseguivamo per Concordia. L’ultimo ordine prima di questo di oggi era che doveva fermarsi alla pista, ma visto l’incidente avvenuto ieri e riducendo la velocità, dovendo fare in un giorno i 130 km che mancano, al primo intoppo  rimaniamo fregati, perciò la seconda caravan ci segue per darci il supporto necessario e per stare un po’ meglio.

Nel lavorare questa mattina, per errore Bernard, che stava  alla gru a reggere la cisterna mentre io lavoravo sotto,  ha mosso la leva sbagliata ed il carico è sceso all’improvviso. Sotto c’era lo sci e più di tanto non poteva andare, ma la paura di Jean Luc è stata tanta in quando io ero sotto. Gli si è bloccato il fiato ed è rimasto fermo a guardami, subito dopo mi ha  detto: “Le mani” . Io nell’istinto avevo tirato via le mani, ma anch’io ero rimasto fermo perché non avevo capito perché la cisterna era andata giù. E Bernard alla gru ha avuto tanta paura, ma quando ho fatto vedere che  le mie mani erano tutto ok. Un gran sospiro di sollievo per tutti.

Qui il problema più grande è la parte sanitaria. Le distanze tra un punto ed un altro sono tante e le condizioni meteo sicuramente non ti aiutano. Se una persona si fa male nel luogo sbagliato diventa un vero problema soccorrerla.




Sabato  02 gennaio 2016
Questa mattina siamo ripartiti presto, abbiamo viaggiato senza grandi problemi, la neve sotto di noi è sempre molto morbida, ha una forma anche diversa, adesso dentro di essa i brillantini hanno anche dei colori diversi. Per  pranzo abbiamo percorso 57 km, pochi per il tratto che dobbiamo fare. Pranzo veloce e si riparte, la voglia di arrivare c’è, anche se ormai siamo tutti stanchi, si scherza molto meno e se ci si ferma ci addormentiamo. 

Mentre viaggiavamo notavo dietro un forma diversa. Ho avvisato Nicolas che ci fermavamo per controllare il carico. In realtà, poiché in fondo porto lo sci che se si ferma un  trattore ci viene caricato sopra, nel camminare la neve gli si era accumulata sopra  ed ecco perché negli specchietti retrovisori osservavo una sagoma differente dal solito.

Quando sono le 19:40 si vedono da lontano due punti neri. Il navigatore mi dice che mancano 18,10 km per l’arrivo.  Per  le nostre ore 20:00 mancano ancora più  di 15 km, ma in realtà a Concordia sono le 18:00, sono due ore indietro a noi, ormai ci siamo e si continua senza fermarci.

Man mano che ci avvicinavamo questi due puntini neri diventavano sempre più grandi, iniziavo a vedere anche altre sagome a 4 km dall’arrivo, è sorvolato sulla nostra testa un aereo per darci il benvenuto ed a circa 2 km ci sono venuti incontro con le motoslitte. Grande festa a vederci.

Ci siamo fermati, i veterani si sono riconosciuti e salutati e dopo circa 15 minuti siamo ripartiti. In questi due km con le motoslitte andavano avanti ed indietro a farci foto e continuavano a salutare. Anch’io ho riconosciuto qualcuno che ha fatto il corso di preparazione per l’Antartide con me.

A circa 300 m dall’ingresso della base scendono tutti  per salutarci, grande festa nel vederci. Devo dire, anche per me, finalmente passo qualche giorno a parlare, ridere e scherzare con qualcuno. Una battuta fatta ad un italiano, lui la capisce e sa che non hai detto niente di male.  Con i francesi bisogna stare un po’ attenti, ma anche loro con noi. 

Quando parcheggiamo i mezzi sono già le dieci. La neve alzata dai cingoli del trattore ha bloccata la porta, ed Antonio (tra l’altro anche collega di lavoro che conosco dalla missione fatta in Afghanistan nel 2003 e che sta qui a Concordia) mi toglie la neve  per farmi aprire la porta. Lui è stato anche il primo italiano che ho salutato.

Sono e siamo cotti, ma abbiamo ancora le forze per scambiare qualche parola, si va  a  cena,  dopo altri saluti e qualche partita a biliardino, si va a nanna, ma sono anche le due di notte.




Domenica  03 gennaio 2016
Temperatura   -32 ° ma si sta bene. Abituato a svegliarmi con il fuso orario di Prud Homme, alle 07:30 mi sveglio anche se in realtà a Concordia sono le 05:30. Vado a farmi una gran doccia visto che ieri sera non l’ho fatta e metto i panni sporchi in lavatrice. Alle 08:00 del posto iniziamo a lavorare. Nicolas assegna i vari compiti ed a me e Jack dà il compito di controllare per bene tutti i trattori. A due di questi abbiamo fatto anche il cambio dell’olio.

Tantissime domande sulla traversa, tante curiosità, salivano e scendevano dai trattori per farsi foto, chiedevano la difficoltà nel guidarli. A qualcuno abbiamo anche permesso di farsi un giro. Può sembrare strano, ma qui un semplice giro sul trattore è fare un qualcosa di diverso. Ho parlato molto con il responsabile di Concordia, mi ha fatto mille domande, da come stavamo, come ci troviamo con i francesi, a domande specifiche sulla traversa.

Anche un certo Vito Stanzione, un ragazzo di Fratta Maggiore Napoli,  che durante la parte invernale sarà il responsabile della base, mi ha fatto mille domande, ma abbiamo parlato anche del Napoli, mi ha fatto vedere il suo luogo di lavoro, il suo angolo dove dorme, i gaget del grande Napoli e  ha detto che se per caso si dovesse verificare una cosa (che per scaramanzia non si dice) anche se a fine maggio farà molto freddo si metterà nudo con la sciarpa del Napoli addosso e si farà una foto, fuori ovviamente!

Qualcuno ha voluto visitare anche la nostra caravan per vedere come eravamo messi . La serata si è conclusa con una bella partita a biliardino: io con un ragazzo di 23 anni, Herman, ed Angelo con un francese. Abbiamo perso ma è stato molto difficile  per loro vincerla. Poi ribadivo ad Herman: “ Un terrone ed un polentone alleati, non possiamo farci fregare da un  romano!”. La cosa bella è che per vincere devi avere almeno due gol in più rispetto all’avversario, ma credo che sia finita 40 a 42, perché a volte eravamo noi in vantaggio a volte loro e si giocava ad oltranza finché una coppia doveva cedere. Per concludere la sera abbiamo visto il film di Massimo Troisi  e Benigni dal titolo “Non ci resta che piangere”.




Lunedi 04 gennaio 2016
Temperatura  -31°, io mi sono svegliato prestissimo per scrivere un po’. Oggi dobbiamo finire di controllare i trattori, se riusciamo a fare tutto, a finire di scaricare e ricaricare i rifiuti da portare a Prud Homme per poi essere smaltiti in Tasmania e sistemare il gruppo elettrogeno, domani pomeriggio, o massimo mercoledì mattina, si riparte.

Abbiamo recuperato un po’ di forze, per alcune cose stiamo meglio noi con la caravan che loro nella struttura e vi dirò che sono quelle essenziali. Per noi è vero che per fare  la doccia bisogna uscire fuori ed entrare in un’altra caravan, ma almeno abbiamo sempre acqua nuova, invece qui a Concordia nelle torri hanno una cisterna di recupero acqua sporca, che passo attraverso un depuratore e viene rimessa nel circuito idrico per lavare i panni per farsi la doccia e lavarsi i denti, ma devo dire la verità, sarà anche più pulita di quella che usiamo noi, ma ha un odore poco piacevole io ho avuto il rifiuto di lavarmi. Sono riuscito a farmi la doccia appena arrivati, ma appena sistemata la nostra caravan mi sono fatto una ricca doccia.

Serata tranquilla, la classica partita a biliardino, ho trovato l’amico giusto e siamo riusciti a vincere anche quelli più forti.




Martedì 5 gennaio 2016
Bella giornata. Questa mattina ce l’hanno data di riposo. Io sveglio alla solita ora per telefonare un po’, alle 10:00 con il responsabile invernale Vito Stanzione ho iniziato a fare un giro della base, ho visto la torre americana  alta 50 m dove sono anche salito, ovviamente imbracato ed in sicurezza.  

Sopra la torre un freddo bestiale dato dal vento, su questa torre ci sono dei radar che mandano segnali al satellite per il loro lavoro, poi mi ha fatto vedere le aree interdette per non inquinarle. Mi ha spiegato che in una tenda c’è  l’attrezzatura che hanno usato per fare un pozzo di 3.200 m, per lo studio dei meteoriti, poi si è fatto tardi e siamo andati a mangiare.

Dopo pranzo abbiamo fatto prima una riunione  dove Nicolas ci ha spiegato com’è composta la colonna al rientro ed i vari ruoli che dobbiamo svolgere. A scendere saremo appena 5 trattori  marcianti, due rimangono qui per adesso e verranno recuperati alla seconda traversa  ed uno va sopra dei grandi scii per portarlo giù.

Anche come personale saremo tre in meno. David rimane, è già partito ed  è a 135 km da Concordia, dà supporto a dei Glaciologi  con la famosa caravan di scorta e ritornerà con noi  a Prud Homme  quando rientreremo dalla seconda traversa;  Beth, la dottoressa inglese,  il 3 mattina alle 08:00 ha preso il volo per MZS e poi proseguirà per  rientrare a casa; Bruno, l’altro meccanico, rimane a Concordia, però nel frattempo Billout è con David che prenderemo con noi domani sera se arriviamo dove stanno facendo la pista per atterraggio  aerei. 

Io questa volta faccio coppia con Jack. Quando ci fermiamo io e lui siamo i meccanici dei trattori, Mirko Billout e Claer  sono addetti ai pieni, Anais  alla cucina, Bernad ai gatti, Nicolas  e Jaen Luc al controllo e serraggio carichi. Solo i primi due trattori saranno legati tra di loro, gli altri tre viaggeranno con i propri rimorchi singolarmente.  Il primo trattore Nicolas, poi Anais, Clair, io e Mirko; mentre sul gatto delle nevi troviamo Bernard, Jack  e Jean Luc.

Nel pomeriggio abbiamo incolonnato  i carichi, fatto  i pieni ai trattori, abbiamo fatto guidare i trattori ai curiosi  e verso le 18:00 l’apericena con alcuni francesi ed italiani che stanno a Concordia.  Cena, l’ultima telefonata  a casa senza guardare il tempo e poi a letto.




Mercoledì 06 gennaio 2016
Sveglia presto. Concordia è 7 ore davanti all’Italia come orario, ma noi ci siamo svegliati con l’orario di Prud  Homme 9 ore prima, perciò sveglia due ore prima, alle 04:30  di Concordia.  Colazione, accendiamo i motori ed iniziamo a girare per farli riscaldare, iniziano ad arrivare quelli di Concordia per darci l’ultimo saluto e vederci partire. Tutto sommato non hanno il mare, i pinguini e le foche, ma non stanno tanto male, hanno altre cose che io non ho.

Partiti alle ore 06:05 adesso siamo molto scarichi ed in discesa, viaggiamo con la marcia n° 13  cioè a 14,5 km  orari circa. Il viaggio sembrava tutto ok ma dopo circa due ore e mezza alla dottoressa Clair prende un colpo di sonno ed esce fuori strada. Io, essendo dietro di lei, vedo tutto in diretta ed in prima fila (ormai il canone Rai l’hanno messo sulle bollette della luce perciò è un mio diritto essere in prima fila) prendo subito la radio e grido: “Attenzione!”. Quando lei apre gli occhi ormai è fuori, la fortuna ha voluto che non si è ribaltata.

In meno di un’ora siamo riusciti a mettere su strada trattore e carichi, Nicolas ha fatto guidare poi il trattore a Jean Luc e Clair l’ha fatta mettere sul gatto insieme a Jack.

Siamo riparti e prima di pranzo, si è sganciata una cinghia d’ancoraggio al mio carico, appena notata ho avvisato Nicolas che mi fermavo per controllare il carico perché vedevo questa cinghia che svolazzava. 

Questa mattina appena partiti c’era un po’ di nebbia,  scarsa visibilità, ma dopo un po’ si è aperto il cielo ed è arrivato un caldo che sembrava  estate. Dopo pranzo, a meno trenta gradi, stavamo a mezze maniche, il sole era così forte da riscaldarci nonostante le temperature basse. Si è scongelato il finestrino del trattore dandomi la possibilità di aprirlo, ma faceva sempre caldo, ho guidato dei tratti con la porta aperta.

Alle 20:10 ci siamo fermati, abbiamo raggiunto David e Billout. Io mi sono fatto i miei controlli ai trattori, poi ho dato una mano a fare i pieni e poi abbiamo ancorato il trattore numero 13 sugli sci per portarlo a Prud Homme.

Si sono fatte già le dieci di sera. Cena, ed in più facciamo i turni a chi deve lavare i piatti la sera e questa sera mi tocca. Dunque: lavaggio pentole, doccia  ed è già mezzanotte,  mi sono messo a scrivere e noto che sono le 00:50 perciò vado a nanna e buona notte. Km percorsi 136.





Giovedì 07 gennaio 2016
Questa mattina sono andato un po’ lungo, mi sono alzato alle 07:00, perciò tutto di corsa. Per salutare i glaciologi siamo partiti verso le 08:30, giornata tranquilla.

Sembra strano, ma vi dico: nonostante i -30 ° fa caldo, ormai i nostri corpi si sono temperati.  Alle ore 12:30 ci siamo fermati per recuperare un container parcheggiato credo lo scorso anno, il tempo di metterlo sopra un carrello ed abbiamo pranzato.

Oggi è cambiato l’assetto della colonna: Mirko è davanti che porta il carico di Clair, mentre Clair è dietro di me che porta solo contenitori di gasolio, forse hanno fatto questa scelta perché nel caso si dovesse ripetere l’incidente di ieri ci sono meno danni. 

Rifacendo il percorso al contrario noto i vari punti più importanti dove abbiamo trascorso il capodanno e dove si è staccato lo sci alla mia cisterna. Oggi non so perché ma sembra davvero un miracolo.


Ore 20:45  abbiamo già finito, bisogna solo pranzare. Km percorsi 129.

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