giovedì 24 dicembre 2015

L'AVVENTURA CONTINUA...

Il babbo di Alessandra e Anita ci ha mandato questo lungo diario

Domenica 20 dicembre 2015

Buon giorno  Maestre ed Alunni,
è iniziato l'avventura nell'avventura, la così tanto attesa traversa.

Ieri sera abbiamo già mangiato e dormito nella caravan, ormai siamo pronti o quasi.  Sveglia alle 06:30 per fare colazione  e le proprie cose; ore 07:30 pronti per lavorare - per me caos totale, sembra tutto pronto,  ma aspettiamo;  verso le 08:15 arrivano da PRUD HOMME e DUMOND D'URVILLE  a portarci altri viveri che ci servono per il viaggio; arrivano anche diversi responsabili per vedere la grande partenza, poi ci seguiranno per un piccolo tratto per fare qualche foto e riprese video;  arrivano altri trattori che servono per accompagnarci per le prime due ore di viaggio. Perché altri trattori: nel primo tratto  la strada è in salita e tre trattori legati tra di loro
tirano il carico per le prime due ore di viaggio, fin dove diminuisce la salita. 

Alle ore 09:30  si parte  per questa grande avventura,  il cielo è nuvoloso, davanti e sulla  sinistra mi  sembra di vedere l'infinito tutto bianco,  sulla  destra e dietro il mare con i suoi iceberg, sembra che ci  salutino anche loro.  

Siamo  8 trattori a partire divisi in coppie e tre Pisten Bully comunemente detti gatti delle nevi servono  per pareggiare la neve davanti ai trattori.  La colonna è composta dal gatto davanti, poi due coppie di trattori con i rispettivi rimorchi, di nuovo il gatto a pareggiare i solchi che creano gli sci dei carichi (perché i rimorchi che trainiamo non hanno le ruote ma degli enormi sci), poi veniamo Mirko ed io, il terzo gatto  dietro di noi ed infine l’ultima coppia di trattori. 

Nel primo gatto ci sono due operatori:  un meccanico, David Collin, ed il tecnico delle radio Biloute;  segue Nicolas Segui - Chef du convoi, cioè il capo del convoglio -  fa coppia con lui Anais Pellier  la dottoressa. Il suo
compito è curarci guidare il trattore e cucinare per tutti noi. 

La seconda coppia è composta da Bruno meccanico venuto in supporto da Dumond D’ Urville,  ha 28 anni - li compie domani - negli ultimi 5 anni ha trascorso 30 mesi in Antartide facendo anche due inverni; fa coppia con la dottoressa inglese dell’ESA  di nome Beth. Poi c’è l’altro gattista (così chiamato colui che guida e lavora con il Pisten Bully) meccanico che si chiama Bernard Bochard; dorme a Prud  Homme  in camera con me - una persona tranquillissima, molto difficile da capire il suo francese, ha delle enormi mani, di piede porta 47.  

Ed eccoci i due italiani: Mirko Jacquel - cognome strano in quando suo padre è tedesco -  ed io, entrambi meccanici. 

Segue  sul gatto Jean Luc  Cozzolino, cognome d’origine italiana, capo meccanico, ed infine gli ultimi due: Jacky Meric,  meccanico – un giocherellone  molto simpatico,  mette  sempre allegria - fa coppia con Claire Gandon,  anche questa dottoressa psicologa delle comunicazione tra persone - se ho capito bene, di 27 anni, che li compie domani insieme a Bruno. 

Prima di partire per  un lungo viaggio all’ultimo momento  tutti in bagno , in quando poi non si sa quando ci fermiamo. 

Con me la mia fedelissima compagna di viaggio, mi segue ovunque, la musica è quella che davvero fa tanta compagnia.

Contentissimo di partire per questa nuova avventura nell’avventura, ma - devo ammettere - lasciare Prud Homme mi è dispiaciuto un po’: mi ero affezionato a quel bellissimo panorama, una cartolina da qualsiasi punto lo volevi  vedere; poi non vedrò schiudere le uova dei pinguini perché tra andare e tornare (salvo imprevisti ci voglio circa 25 giorni).

Dovete  sapere che tra qualche giorno le persone più vicine a noi saranno quelli che stanno nello spazio a circa 350 km sulla nostra testa. 

Per adesso Mirko non ha agganciato nulla al suo trattore, solo una corda grande,  lunga circa 20 m con un diametri almeno da 8 cm (sono quelle che usano per ancorare le navi al porto), per adesso  è
legata al mio trattore ed io traino tre rimorchi grandi di cui il primo è materiale vario, il secondo è una cisterna di gasolio da 26.000 litri, il terzo sono due container e per finire una slitta grande che serve per caricarci i trattori sopra in caso di guasto non riparabile. 

Tornando  ad ieri, volevo dirvi che i carichi sono stati portati a circa 5 km dalla nostra base e che prima di partire, con il freddo, si sono incollati alla neve ghiacciata e con tre trattori non siamo riusciti a partire, tanto che si è  spezzata la corda grande. Questo è per farvi immaginare la forza che ha il ghiaccio! 

Mentre viaggiamo in base alla solidità della neve,  i trattori fanno fatica a tirare i carichi, e ti accorgi dai  cingoli  che tendono a slittare. Dopo due ore di viaggio fatto a trainare con tre trattori solo il mio carico, il primo trattore venuto in supporto da Prud Homme si sgancia per rientrare in base, mentre Mirko  e io agganciamo due cisterne di gasolio da 12.000 litri e subito ripartiamo.  

Per un momento il mare dietro di noi era scomparso, ma adesso si rivede, in quando  ci siamo fermati per agganciare le cisterne in un punto dove c’ era meno dislivello, per avere poi la possibilità di ripartire senza grossi problemi.  

Dopo circa 4 ore di viaggio intorno a noi sembra di viaggiare al centro di  un enorme cerchio di neve e poi il vuoto. Avete presente quando andate al mare e guardate verso l’orizzonte, ad un certo punto il mare sembra che finisca, e che al di là ci sia il vuoto? 
Con la nave dà la stessa sensazione.  Continuo ad osservare questo posto e noto una cosa mentre sto guidando:  le nuvole, il sole, il cielo e la neve ad una certa distanza creano dei miraggi, come nel deserto. Sembra di vedere un lago da lontano, e penso nella mia testa che giorno dopo giorno sarò
sempre più vicino al Polo Sud, anche se la nostra rotta  è maggiormente
verso Sud Ovest. Se un uomo volesse  dire alla propria fidanzata: 
“Per te arriverei fino alla fine del mondo”, qui non vale.  È molto semplice: già ci siamo! 
Per fare colpo su di lei può dire solo: “Per te partirei dalla fine del mondo per raggiungerti” e solo così le fai capire che compiresti una bella impresa per lei. 

Velocità massima 12 km orari, ma viaggiamo sotto la medie dei 10 km orari. Ore 12:18 ci siamo fermati; dopo un po’ capisco che si è rotto un tubo del gasolio al gatto di Jean Luc dietro di noi. Il tempo di ripararlo, pranzo veloce e leggero, si riparte. 
Ormai è tutto bianco intorno a noi, viaggiamo in direzione 210°, sono le 16:00 e per passare un po’ di tempo, oltre alla musica mi sono portato un giornale con 365 sudoku da fare. In Italia riuscivo a fare solo quelli di primo livello, qui viaggio con il secondo livello alla grande e sono riuscito a chiudere anche quelli di terzo livello, i più difficili. Lo faccio anche per tenere la mente in allenamento, per non farla atrofizzare.  

Ogni tanto qualche cavolata con Mirko. Rispetto a lui sono fortunato, essendo davanti lui. È vero che la strada è tutta dritta, ma lui deve avere le mani sullo sterzo, mentre io dietro, camminando sulle tracce che lasciano le due cisterne che sta trainando ed essendo legato al suo trattore,  seguo quello davanti senza nessun problema anche se la strada curva un po’. Dunque vivo di rendita, devo solo avere gli stessi giri del motore - che per tutti sono 1700  - e Mirko, quando parte, o si ferma,  o vuole inserire le marce per aumentare o diminuire la velocità,  mi avvisa per radio e solo quando ha il mio ok procediamo entrambi a cambiare.

Dunque  posso scrivere, leggere, fare il sudoku, mi tolgo gli stivaletti, aggiungo un paio di calzini e sto nel trattore senza scarpe, così respirano meglio anche i miei piedi.  

In Antartide poi non ci sono città, paesi, o piccoli centri abitati, e se per caso i pinguini hanno fatto le strisce pedonali, essendo bianche non si vedono, dunque il pedone - se ci fosse - deve darci la precedenza!

L’Antartide può sembrare tutto bianco, ma in realtà non è così: le nuvole, il sole, l’orizzonte,  offrono tantissimi colori, ed in questo deserto di ghiaccio abbiamo le dune di neve che sono uno spettacolo e rompono la monotonia del bianco metro dopo metro. 

Come mi ha detto Patrizia Bisogno dell’ ENEA, una donna molto simpatica ed intelligente  che sta ai vertici  dell’ organizzazione:  “L’Antartide può sembrare tutto bianco ma offre più di mille colori”,  ed io condivido in pieno questo suo pensiero.  

Attualmente stiamo attraversando una bufera di vento e neve che sta riducendo di molto la visibilità e velocità. Ed ecco un altro elemento che spezza quello che una persona potrebbe definire la monotonia di un continente  tutto bianco.  

L’abitacolo del trattore è molto confortevole, si sta spogliati. Per il momento non serve l’aria calda, il sole attraversa i sui enormi vetri, e anche se fuori abbiamo una temperatura sotto zero riesce a riscaldare l’ambiente molto bene,  tanto che ogni tanto devo aprire un po’ il finestrino. 

La visibilità davanti è sempre più scarsa - penso che tra poco entreremo nel vivo della bufera - ed il sole non picchia più sul vetro del trattore; si sta molto bene.

Siamo nel pieno della bufera, anche se ad un tratto sembrava che la stessimo costeggiando. Riesco a vedere a stento solo il trattore davanti, abbiamo ridotto ancora di più la velocità, la nostra rotta di
marcia per il momento è di 180° direzione Polo Sud.  Dopo circa 30 minuti, e ricambiando direzione a 210°, siamo fuori dalla bufera, abbiamo ripreso velocità - adesso viaggiamo con la marcia n° 12 che per pura fatalità con il motore a 1700 giri corrisponde a 12 km orari - i trattori potrebbero viaggiare anche più velocemente, ma poi con tutti i dossi che ci sono spaccheremmo  tutti gli sci sotto ai rimorchi.  

…Oh, trovo forse un paragone giusto: immaginate nel mondo quante  persone siamo, raddoppiamole e vedete quanti mani ci sono (per il bimbo spiritoso eliminiamo colui che per sua sfortuna ha perso la mano).
Possiamo dire che all’apparenza sono tutte uguali, invece no,  ci sono quelle di Bernard, grandissime, quelle piccole, quelle tutte curate , quelle come le mie,  con i calli e con il freddo dell’ inverno sempre un po’ screpolate. 

Nonostante questa piccola differenza vi dico che questo posto è come le nostre mani, perché ogni mano è diversa dall’altra e ce lo confermano  le impronte   digitali. Ecco perché questo posto - metro dopo metro - anche se può sembrare uguale, in realtà è diverso ed attira il tuo sguardo, la tua attenzione.  Ovvio, c’è a chi piace di più il mare, a chi la montagna  ecc.  
Per questo motivo vi dico che si può parlare dell’Antartide  come se si parlasse della propria fidanzata: le ragazze  sono tutte diverse, ma ognuna di loro trova il ragazzo che l’ama e quando descrive  la sua bellezza non si ferma a quella esteriore, ma parla della bellezza che lei ha dentro e che ci trasmette. E l’Antartide è così: basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare: vedrete un continente davvero bellissimo che, vi posso garantire, se non lo vedete con i vostri propri occhi
non ci sono parole o foto che possano catturare quello che ci trasmette dentro.

Poi ragazzi, per ironizzare un altro po’, qui è l’unico posto dove
si congelano i debiti, infatti Equitalia non viene a bussare alla porta!

I miei occhi ad un certo punto notano nell’orizzonte un altro effetto della natura, sembra di vedere un grande onda anomala di neve che si avvicina, manca poco per le 20:00 e stiamo di nuovo entrando in una bufera di vento che alza la neve da terra riducendo di molto la visibilità, e - visto l’ora ed il vento - adesso arriva il bello:  appena  ci fermiamo  controllare i mezzi e fare tutto il resto.  Siamo fermi in
coordinate  67°19'703 S   138°47'354’’ E  quota 1512 msl.  

Con mille difficoltà abbiamo fatto tutto: controllati i mezzi, fatto i pieni, abbiamo iniziato a cenare alle ore 22:15. Il tempo di finire, come i bimbi lavati solo i denti, un email a casa, è già mezzanotte: si va a dormire.




Lunedì  21 dicembre 2015

Sveglia ore 06:30, ho preparato il caffè e tè per tutti, colazione più
esigenze fisiologiche. 
Ore 07:15 - pronto per lavorare - temperatura esterna 16,5° - vento forte - pressione atmosferica  800 - umidità 38 %.
Il vento, alzando la neve, crea una foschia; mi sembra fumo che viaggia attaccato al terreno e sopra di esso c’è visibilità. 

Dovete sapere che i trattori hanno un sistema che, se collegati alla corrente, mantiene il motore caldo attraverso - diciamo - una specie  di pompa che  fa girare l’acqua nel suo circuito di raffreddamento tenendola sempre calda, perché l’acqua congelandosi aumenta di volume  e si rischia di rompere il
motore, ed inoltre la mattina aiuta, o meglio, facilita l’accensione dei trattori. 
Dunque la prima cosa da fare la mattina è scollegare questi cavi elettrici, metterli a posto e poi accendere i trattori.

Ore 08:02 - si riparte dopo qualche ora di viaggio. 
Fuori il vento è diminuito, le nuvole oggi hanno deciso di non farsi vedere. Non ho nessun punto di riferimento, è come stare in mezzo al mare e non sapere dove andare, i miei occhi adesso  - credo - raggiungono distanze enormi: raggiungono gli oltre 50 km senza nessun problema.  

Abbiamo  un po’ rallentato e non si è capito perché, così con Mirko spariamo cavolate per radio, ad esempio: “Avranno bucato la  ruota del trattore”, ma questo è impossibile, tutti i trattori hanno i cingoli e i rimorchi degli enormi sci, è un po’ come dire, quando il treno è in ritardo, che ha forato la ruota.

Oggi il nostro angolo di rotta è 240° ed abbiamo toccato quota 1700 m sl.  Ci fermiamo,  siamo a quota 1802 m sl, pranzo veloce e leggero - temperatura  11,10 -  dopo 67 minuti si riparte. 

Oggi è il compleanno di Bruno e Claire, il primo fa 28 anni e la seconda 27. I francesi dicono “l’anniversario”. 

Devo dire, cari alunni, queste tre donne sono davvero in gamba, perché oltre a guidare i trattori come noi svolgono anche altri compiti. 
Anais è il medico del gruppo ed appena ci fermiamo lei si butta in cucina per prepararci da mangiare; Beth  raccoglie campioni di neve appena che ci fermiamo per qualsiasi motivo, scrivendo sul contenitore le coordinate  e la data del prelievo ed insieme a Biloute fa i rifornimenti di gasolio ai tre gatti delle nevi e due trattori; mentre Claire fa i pieni insieme a me agli altri sei trattori rimasti. Ci vogliono più di 10 minuti a trattore. Tra posizionare la cisterna del gasolio, collegarla alla pompa di travaso, fare i pieni e rimettere tutto a posto ci vuole quasi un’oretta di lavoro, poi chi finisce prima aiuta gli altri perché quando prima si finisce prima si cena e tutti insieme.

Per ammazzare il tempo mi sono messo a fare due calcoli in base alla velocità e la direzione che abbiamo.  A quanti km corrisponde un grado, un calcolo molto approssimato. 
Poi facendo il confronto con Nicolas, il quale ogni sera manda via email le novità della giornata a DDU e Concordia: quanti km abbiamo percorso, il punto preciso dove ci troviamo, la quota, le temperature ed eventuali problematiche, ci sono andato molto vicino.  
Sono le 20:00 - ci siamo fermati ormai per mangiare e dormire, ma questa sera non abbiamo fatto i pieni, solo un piccolo controllo ai trattori - ho dovuto aggiungere dell’olio a due ruotine del cingolo ad un trattore. Km percorsi: 110.



Martedì 22 dicembre 2105

Temperatura  19,5 - quota 1973 m sl  - coordinate 67°54'024’’ S 136°43'614’’ E.
Sveglia alla solita ora, preparo caffè e tè perché mi alzo sempre per primo, per avere tutto il  tempo necessario per fare le mie cose ed essere pronto per le 07:30. 

Messi in moto i trattori iniziamo a farci dei giri per portarli a temperatura quanto prima, poi agganciamo i rimorchi e si parte.  Dopo poco più di due ore di viaggio e circa 20 km raggiungiamo la pista di atterraggio aero, c’è solo una pista segnalata alle due estremità da bandierine, non ci sono negozi, e nemmeno le commesse. Serve all’aereo twin  hotter perché non riesce con il suo serbatoio a fare Prud Homme – Concordia  con un pieno, perciò i piloti atterrano, fanno rifornimento da soli  e ripartono. L’unica cosa che c’è è una piccola stazione meteo che invia segnali - credo tramite satellite - alla centrale operativa. Questi dati servono per avere le condizioni meteo del posto e capire se l’aereo può atterrare oppure no. 

In più,  circa venti giorni fa quando sono venuti a spianarla, i francesi hanno portato altro gasolio per portarlo a Concordia e per rifornire noi di quello che abbiamo consumato per venire fino a qui. 

Fatti i pieni ai trattori, riempite le cisterne che avevamo utilizzato e agganciato la terza cisterna da 12.000 litri potevamo ripartire, ma nell’ andare avanti ed indietro un gatto ha fatto l’incidente con un trattore. Dovete sapere che quando il gatto spala la neve,  questa si attacca vicino ai finestrini diminuendo di molto la visibilità, così non si è accorto del trattore che si stava avvicinando e nel fare marcia indietro ha urtato il trattore. Entrambi i mezzi hanno subito danni, ma il gatto “ha perso una
vita” e per sistemarlo abbiamo perso circa 3 ore.  

A seguito di questo episodio Nicolas a dato  disposizioni che quando i gatti lavorano, noi con i trattori dobbiamo stare quando più possibile distanti da loro.   

Pranzo, e si riparte - ma dopo nemmeno 15 km di nuovo fermi. All’inizio non abbiamo capito perché; io pensavo a un trattore dietro di me, poi arriva l’ordine di spegnere  i trattori. Silenzio tombale, in quando la radio con il trattore spento non funziona. Si sente solo il vento che  soffia e le mie orecchie che fischiano, ad un certo punto vedo la dottoressa Beth che scende per raccogliere qualche campione di neve  e poi ritornare sul trattore.  Scendo anch’io per fare due foto. Come vi ho detto il vento modella la neve come se fosse un grande scultore.

Mi sembra di vedere tante canoe sotto-sopra e con la punta modellata. In base alla fantasia del momento possono sembrare tutte uguali, ma come vi ho già detto non è così. 

La punta più scolpita è quella a favore del vento; spesso sotto di essa c’è un vuoto, e lì arriva il bello, sempre in base alla posizione del sole e delle nuvole: quel vuoto non è bianco ma assume un colore celestino, documentabile con foto. 

Ragazzi, è proprio vero che non è tutto bianco bisogna solo saper osservare per vedere i vari colori di questo posto.

Ad un certo punto sento arrivare da dietro il Pisten Bully di Jean Luc ed a seguire il trattore n° 11 di Jacky con Claire dentro senza carichi. Passano, ci salutano e proseguono. Di  nuovo silenzio totale, solo il rumore del vento. Io mi stendo e cerco di chiudere un po’ gli occhi, dopo circa 10 minuti arriva Nicolas e ci dice che il Pisten  Bull di Bernard - cioè quello dell’incidente  - è fermo. Io e Mirko saliamo sul trattore con lui,  per avvicinarci alla caravan. 

Nell’impatto con il trattore, oltre ad aver piegato delle lame dei cingoli che abbiamo sostituito prima, non ci siamo accorti che nell’urto si erano rotti  diversi perni della ruota che fa girare il cingolo del gatto, e con il camminare si sono spezzati anche quei pochi buoni che erano rimasti, non facendo girare più il cingolo. Questa ruota porta dei perni particolari, ma essendo un incidente non previsto, non abbiamo ricambi nel magazzino al seguito.
Soluzione: smontare un po’  di perni nelle ruote anche degli altri Pisten Bully per poter proseguire. 

Dopo più di due ore di lavoro si riparte, ormai la giornata è compromessa. 
Si viaggia fino alle 20:30 per recuperare un po’, ed una volta fermi, controlli ai trattori, pieni, caricare la neve da far sciogliere e riscaldare nel serbatoio per poterci lavare, cena, qualche email, e a nanna.




Mercoledì  23 dicembre 2015

Temperatura  21 °,  umidita 41%, pressione atmosferica 743  (è salita un po’),  altitudine 2.196, coordinate 68°12'337’’ S  136°00'071’’ E.

La mia sveglia suona sempre alla solita ora, anche se ero già sveglio. Preparo  tè , caffè , marmellate ecc, faccio colazione, vado in bagno e trovo la sorpresa del giorno: un fumo strano nella caravan. Il gruppo elettrogeno dà problemi. Avviso il responsabile. Stiamo avendo diversi problemi tecnici, riusciamo a capire dove sta il guasto: una perdita d’acqua che cascando sulle parti calde del motore evaporava. Ecco perché quel fumo strano, era vapore acqueo, o meglio, antigelo. 

Smontiamo il gruppo, la perdita viene dalla guarnizione della pompa dell’acqua e qui la cosa si mette molto male. Ad un certo punto un falso miracolo: guardando  tra i pezzi di ricambio troviamo una guarnizione che all’apparenza sembrava uguale, ma non è stato così. 

Non possiamo continuare il nostro viaggio se non riusciamo a sistemare il gruppo elettrogeno. Nicolas telefona a Dumond D’Urville  e si consulta con Patrice Gondon responsabile di tutta la logistica francese in Antartide. La sfortuna nella sfortuna vuole cattivo tempo, e nei prossimi giorni dà peggioramenti.
L’elicottero non può decollare per raggiungerci e portarci la guarnizione giusta. Decisione finale: ci dividiamo in due gruppi, uno parte per tornare indietro portando con sé il minimo indispensabile per
sopravvivere  e l’altro attende fermo qui.  

Il tempo di rimodulare il necessario per far partire il gruppo Recupero Guarnizione e, con l’occasione, anche i perni della ruota del pisten bully. 

Alle ore 11:13 partono con un piseten bully e due trattori. Sono sei persone: Jean Luc, David, Bruno, Mirko, Biloute ed il grande Bernad.

È stato formulato un gruppo con conduttore doppio. Non si fermeranno mai, si daranno il cambio a guidare e viaggeranno giorno e notte finché non ritornano, si fermeranno solo lo stretto necessario per fare i pieni e controllare i mezzi.  

Devo dire che vedere dividere il gruppo, dovuto a cause di forza maggiore mi ha messo un po’ di tristezza. 

Nel frattempo sono partiti altri francesi da Prud Homme per andare incontro al gruppo Recupero Guarnizione.  
I francesi hanno davvero esperienza da vendere! È anche vero che hanno sulle spalle mediamente più di 20 traverse, curano tanti particolari. 
Degli 8 trattori 5  hanno la gru che serve per scaricare i carichi una volta arrivati a Concordia. Uno dei  5 fa da scorta perché le gru necessarie per scaricare i container sono 4, uno è normale ed i due rimanenti hanno dietro una generatrice di corrente. 
Anche nella  scelta di far tornare indietro i trattori hanno mandato uno con la gru ed uno con la generatrice di corrente come scorta in quando comunque hanno con loro una seconda caravan con tanto di gruppo elettrogeno dietro. 

Il secondo trattore che genera  corrente serve a noi qui,  è l’unico che ci permette di sopravvivere. Se muore quello noi moriremo dal freddo, in quando il gruppo è rotto. 

Io nella sfortuna  e nell’attesa che ritornino mi sono messo a scrivere e trascrivere, perché durante il viaggio non è possibile scrivere al computer. Uno dei motivi è dato dal fatto che avendo un pc vecchio, la batteria mi dura appena 20 minuti se sono fortunato. Dunque mi sono organizzato: scrivo tutto sopra un quaderno per poi trascrivere al computer  appena posso. I  francesi lo chiamano ‘ordinateur’.   

I problemi non sono finiti con il gruppo che non va, non abbiamo l’acqua calda. Nicolas e Jacky stanno cercando di capire il perché, ma per adesso non abbiamo trovato una soluzione. Abbiamo richiamato DDU (DUMOND D’URVILLE)  per capire con i tecnici dove potrebbe  stare il problema. Per il momento stiamo sciogliendo la neve per fare l’acqua calda da buttare nella cisterna, perché con questo freddo se si congela l’acqua nell’impianto spacca tutto  e poi veramente nascono i problemi. 

Come si dice, la soluzione è sempre più semplice di quella che pensiamo, infatti sono bastati due fiammiferi per far bloccare un contatto, ed abbiamo di nuovo l’acqua calda.  O meglio, l’acqua che non si dovrebbe congelare non riesce a diventare calda, ed è in questo momento che voi bimbi vorreste stare al mio posto, perché per i prossimi tre giorni niente doccia.  Bisogna vedere sempre positivo.

Come ho detto, in questo giorno- oltre a scrivere un po’ - ho fatto anche un bel riposino pomeridiano. Questa sera mi hanno chiesto se cucinavo io un po’ di pasta. Loro non hanno la nostra cultura nella cucina ed io ho accettato, almeno ammazzo il tempo. Guardo nella dispensa, pochi ingredienti - o meglio - quasi nulla, perché per il viaggio abbiamo cibi preparati, basta solo riscaldarli e sono pronti, è per recuperare tempo. Ho preso una cipolla, due scatolette di carne Simmental  inglesi, un  po’
di carote  ed un barattolino di sugo italiano ed ho fatto il sugo. Devo dire, pensavo molto peggio, ma era abbastanza buono.  Cenato, mi sono messo a mandare un po’ di email di auguri di Natale  ed a mezzanotte mi sono infilato nel sacco a pelo per dormire.



Giovedì  24 dicembre 2015

Le coordinate sono quelle  di  ieri  ed anche tutto il resto, è aumentata la forza del vento, infatti stanotte mentre dormivo avevo la sensazione che qualcuno mi dondolasse, ma era il vento che dondolava tutta la caravan. La temperatura  questa mattina  è 21°. 

Sveglia con calma alle 07:30, colazione e mi sono messo a scrivere.  Il Gruppo Recupero ha già avuto il contatto con quelli che sono saliti da DDU e sta per tornare verso di noi. A questo  punto devo pensare che nel tardo pomeriggio  saranno qui, se non prima. 

Pensate, siamo in 12  a fare il cenone di Natale, ma la cosa più strana è che siamo di tre stati diversi. 
Devo dire non era il mio sogno. Questi sono quei giorni che senti ancora di più, o forse meglio dire moltissimo, la mancanza  di casa, dei figli che hanno ancora la gioia di vedere Babbo Natale, aprire i regali che loro hanno tanto atteso, aiutarli a scrivere la letterina a Babbo Natale, ecc. 

Come dice in una sua canzone il grande Mario Merola passato ormai a miglior vita: “A comme c’è costa cara questa America a nui Napoletani, mò  che tengo qualche lira mi sento più povero a sta luntano a chesta casa”. Ed io direi la stessa cosa, non ci sono soldi che possono dare gioia a questo giorno essendo lontano dai propri figli; ma poi mi fermo e penso che purtroppo non sono  l’unico al mondo a stare lontano da loro, perché  li porto nel mio cuore e loro me, perciò nonostante la distanza
li sento molto vicino a me.  Come me anche tanti padri e mamme provano la stessa cosa, perciò abbiate fede, siamo ricchi nell’animo. È quella la vera ricchezza in una persona. Il Natale più triste non lo trascorriamo noi, e nemmeno coloro che lo trascorrono in un ospedale vicino ad un loro
caro, ma coloro in i quali hanno un cuore freddo, congelato peggio di questo posto, che non sanno dove andare e rimangono nella loro solitudine perché sanno e sono consapevoli che nessuno li sta pensando.

Io apro la mia email e vedo che mio figlio mi ha scritto anche due semplici parole, ma sicuramente gli sono uscite dal profondo del suo cuore, ed è questa la ricchezza e la gioia di questa giornata. 

Quando verrò a casa, se le vostre maestre me lo permettono, cercherò di spiegarvi come si trovano le coordinate geografiche. Sicuramente per i bimbi della quinta sarà più facile perché hanno studiato i gradi  e gli angoli, ma non vi preoccupate voi piccoli, riuscirò a farvi capire all’incirca come si fa.

Alle ore 17:15 - arriva il Gruppo Recupero con il materiale giusto al seguito. Guardo i loro volti, sono sfiniti, stanchi, ma sento che dentro di loro sono contenti di essere qui.  

Noi, freschi e belli riposati, ci mettiamo sotto per  sistemare il gruppo, poi io mi sgancio e controllo i trattori, faccio i pieni  e li collego alla corrente.  

Ore 20:00 - abbiamo finito, entriamo nella caravan per la cena, la tavola devo dire ha un aspetto natalizio, nel piatto c’è in piccolo regalo, fa molto piacere riceverlo. Abbiamo mangiato lumache, pesce, e carne. Leggero ma ricco.
Poi quelli più anziani hanno puntato Bruno e l’hanno fatto bere, stanco dal rientro,  qualche bicchiere in più, e lui è crollato.  Qualcuno ha portato con sé dalla Francia qualcosa da bere per l’occasione, chi qualche dolce.  

Io quando sono arrivato a Prud Homme, per un errore non so di chi - ma di quelli che stanno a Baia Terra Nova  nella Base denominata MZS (Mario Zucchelli Station) - sono rimasto per una settimana senza nessun bagaglio ed i francesi mi hanno dato qualcosa per vestirmi meglio e poter lavorare (incidenti di  percorso,  chi non lavora non sbaglia) e, continuando a non sapere chi - anche se un sospetto ce l’ho - dopo una settimana, quando mi sono arrivati i bagagli,  mi è arrivato un pacco da MZS. Vado per aprirlo e ci trovo delle cioccolate, dei biscotti, del torrone. A questo punto l’ho messo da parte da utilizzare per la traversa,  e nell’occasione ieri sera è stato messo sul tavolo a disposizione di tutti.  

Ho atteso la mezzanotte con Mirko,  ci siamo scambiati gli auguri  e poi a letto.

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