domenica 21 febbraio 2016

DALL'ANTARTIDE: DIARIO DAL 13 AL 21 FEBBRAIO


Sabato 13 febbraio 2016
Temperatura  meno 39 gradi.  Freddo pungente sicuramente, perché accompagnato da un venticello non male, visto l’esperienza fino ad oggi potrei dire intorno ai 100 km orari.  
Nonostante che io sia ben coperto penetra nel corpo e si fa sentire in pochi minuti. Mentre recuperavo le prolunghe  mi sentivo la faccia tutta ghiaccia, la temperatura dell’olio del cambio questa mattina  era meno otto gradi, infatti ha fatto molto fatica ad entrare la retromarcia nel trattore. La pressione dei cingoli è bassa, ma appena ci siamo messi in cammino è risalita,  mentre la temperatura olio ho fatto fatica a farla salire almeno a più 10 gradi.

Oggi siamo partiti direttamente con tre trattori. Facendo due calcoli in base al carico attuale  che stiamo tirando, sei trattori e due gatti per fare 121 km,  abbiamo consumato 6500 litri di gasolio. Se si considera  che i gatti consumano la metà dei trattori, se facciamo una media di quanti litri servono per fare un km sono dati molto interessanti, viaggiamo a 7,67 litri per km  percorso  con i trattori.. 

Questa la definisco la tratta più bella,  forse dovuto anche al vento  che domina questo punto. Qui i sastrugi sono più grandi e molto più belli, sarebbe da farlo a piedi questo tratto, ma ti perderesti a guardare queste sculture naturali  e non saresti in grado di dire qual è quella più bella. 

L’unico problema della giornata pensavo fosse lo sgancio di una catena che teneva ferma il trattore n° 8,  ma essendocene altre a tenerlo fermo,  zero pericoli.  Io, appena notato,  ho avvisato Jacky e lui a sua volta Nico perché il 13 è il trattore che ha problemi a comunicare ad una certa distanza:  la radio non va oltre i 200/300 m. 

Ma in realtà verso le 16:00 ci siamo fermati per un tubo dell’olio al gatto delle neve, più di un' ora di lavoro per ripartire. Noi come al solito non ce l’abbiamo fatta  a ripartire, è dovuto venire Alex.  

Oggi  sono partite le due navi l’Astrolabe da DDU con Mirko ed altri 12 italiani che stavano a Concordia,  mentre la nave Italica  da  Baia Terra Nova, con esattezza da MZS. 

Se non sbaglio sono rimasto l’unico Italiano  della campagna estiva in Antartide,  ormai siamo tutti verso il viaggio di ritorno per riabbracciare le proprie famiglie. 

Una serata da urlo. Fuori un vento fortissimo  che alza la neve  e la spara sul viso. Nonostante due cappellini ti si ghiaccia la fronte, ma bisogna lavorare, siamo alla pista, c’è da recuperare  il materiale. Devo ammettere, è  molto divertente lavorare con queste condizioni climatiche.  Invece di buttarti giù, dà carica, forse pure troppo, infatti io ho finito prima di lavorare e questo mi è dispiaciuto tantissimo.

David involontariamente mi ha chiuso le dita della mano nello sportello del motore del gatto, non vi dico il dolore, ero piegato per terra,  non avevo il coraggio di togliermi i guanti per la brutta sorpresa che potevo trovare. Io davvero devo ringraziare a San Gennaro, pensavo che almeno qualche dito, non rotto, proprio saltato; ma quando li ho visti attaccati un gran sospiro di sollievo. 

Il David ha avuto paura più di me, mi hanno preso piegato a terra dal dolore e portato in caravan, lì ho tolto il guanto e mi sono un po' ripreso moralmente ed ho avuto  la forza di alzarmi da terra. Credetemi,  non riuscivo a stare in piedi dal dolore.  Verificato che le dita più o meno si muovevano mi sentivo già meglio.  Il dottore mi fatto prendere subito un super antidolorifico e mi ha steccato il medio e l'anulare, il secondo era messo proprio male. La mia fortuna, causa freddo eccessivo, avevo due paia di guanti, ma il colpo l'ho preso.

Fuori non si vede nulla. Un po’ per la neve, e poi è la prima volta che vedo, diciamo, buio dopo più di tre mesi, una sensazione strana direi.

Il dottore di ha dato degli antidolorifici ma io ne ho preso uno solo per affrontare la notte tranquillo, domani gli ho già detto che guiderò, perciò  niente farmaci e poi il dolore mi aiuta a stare sveglio sul trattore.  Jacky  ha preso lo strumento per misurare la velocità del vento siamo oltre i 120 km orari.


Domenica 14 febbraio  2016
Notte direi molto tranquilla, il vento ci ha tenuto molto compagnia, ma un rumore rilassante. Poi con la sua forza faceva dondolare anche la caravan, perciò ti aiutava a prendere sonno. 

Finalmente sto vivendo il vero Antartide anche se devo dire non me lo godo tutto. Nico mi ha messo a part-time a lavorare con la mano fasciata e le dita steccate, posso solo guidare,  infatti ho il mignolo gonfio, l’anulare è quello messo peggio ed il dottore pensa che abbia subito una frattura alla seconda falange. Il medio è solo un po’ schiacciato, ma attualmente è fasciato anche lui per tenere l’anulare fermo. 

Solo quando, e questo non si sa, arriveremo a Prud Homme, potrò raggiungere DDU, meteo permettendo, in quanto si può andare solo in elicottero, mi  portano a fare una radiografia  e verificare cosa sia successo al mio dito. 

Ore 08:18 - riusciamo a partire, visibilità pari a zero - io a stento vedo il trattore n° 8,  a volte mi scompare anche davanti, la strada è impensabile vederla, oggi davanti a me ho Alex, come fa lui a vedere non saprei, io sono legato a lui, ho lasciato lo sterzo del trattore e seguo lui. Quando guardo a dx e sx  vedo tracce dei cingoli dappertutto, perciò dire quali sono quelle corrette non saprei.

Viaggiamo molto piano, ogni tanto prendiamo certi dossi, e perché siamo fuori strada. In una piccola frazione di tempo si è calmato un po’  il vento e noto un’altra  catena che tiene l’otto fermo spezzata, avviso Alex,  poi ci raggiungono Tito e Bernard, provvedono a cambiare sia  quella dx che quella sx, tempo dieci minuti e si riparte,  il clima non ci dà tregua, non so come siamo arrivati alle 13:20. 

Ci fermiamo per pranzo,  fuori le condizioni meteo peggiorano sempre di più, io appena finito vado sul trattore a prepararmi per la partenza, ma mi vedo apparire JB che mi dice di rientrare in caravan. Non si parte più, riposo obbligatorio. Io ho bevuto la doppia dose di caffè,  ma nonostante tutto riesco a prendere sonno, dopo circa due ore mi sveglio e chiedo cosa devo fare,  Nico mi dice:  "Ritorna a letto che questa sera alle 22:00 si riparte e si guida fino a domani alle 08:00". Cambiare il ritmo in un attimo non è semplice, mi sono rimesso sul letto, ho sonnecchiato ma non dormito.

Alle 20.00 mi alzo, si mangia qualcosa e alle 21:52 si riparte, ormai vicino al mare è arrivata la notte, alle 23:00 buio totale e con i due faretti da lavoro del trattore riusciamo a vedere la strada, ma i miei occhi non riescono a vedere oltre l’otto.


15 febbraio 2016
Stiamo viaggiando, le temperature esterne girano intorno ai meno 20, ma il vento,  e il sole che non ci fa compagnia, le rende molto più fredde. Visibilità molto scarsa, anche se di notte si vede molto meglio. Gli occhiali da sole non servono, ma le luci del trattore e anche il monitor del pc di bordo del trattore mi danno fastidio,  ed i miei occhiali da riposo si trovano a Prud’Homme.

Dopo un po’ prendo il mio cappello in pile e lo posiziono sopra al pc del trattore, così va un po’ meglio. Spesso  qualche dosso che non vedi, sembra di cascare dal cielo, certe botte!

Solo quando la strada tendeva a girare un po’ vedevo le luci dei mezzi davanti. Nonostante che abbia dormito mi prende il sonno,  così apro un po’ la porta, viso leggermente fuori ed una gran boccata d’aria gelida per riprendermi, questo però l'ho dovuto fare per tutta la notte. 

Ogni tanto, o meglio dire, molto spesso abbiamo guidato fino alle 06:00 senza mai fermarci. Dopo io li ho fatti fermare perché sotto all’otto notavo un qualcosa che strusciava per terra  e, causa scarsissima visibilità, non capivo cosa era  (vi rammento che tra me e l’otto ci sono circa 6 m e se quello decidesse di scendere da quegli sci per me sarebbe scontro frontale con relativi danni, poi a lui per sistemarlo basta andare nei magazzini ricambi, per me ci vuole l’ospedale. Il magazzino  ricambi per le persone non c'è ancora, e  in Antartide  è ancora peggio). Non era la catena rotta, ma  il filo della corrente che serve per far riscaldare il motore. 

Una volta fermi Nico ci ha mandati a letto,  abbiamo lasciato tutto com’era,  io ho fatto trattore-letto senza lavarmi nemmeno la mano visto che l’altra è fasciata, mi sono infilato nel sacco a pelo e fino alle 10:00 non ho sentito nessuno, il tempo di andare in bagno e di nuovo a letto in quanto liberi fino alle 14:00.

Abbiamo fatto come i giovani che vanno in discoteca alle 14:00, sveglia, colazione ricca ed abbondante e poi, per gli altri lavoro fuori, a me non mi ha voluto. 

Il dottore mi ha tolto la fasciatura per vedere  il dito,  e per lui è fratturato. A questo punto mi sto convincendo anch’io, così ho chiesto di aspettare per fasciare di nuovo  tutto. Sono andato a farmi una ricchissima doccia  e dopo di nuovo questa stecca alle due dita. 

Ma la notizia poco bella arriva da Concordia: hanno il gruppo elettrogeno principale in avaria e non riescono a sistemarlo, se non ci riescono devono organizzare un aereo per portagli supporto. Il problema è che a Prud Homme il tempo non è bello, vento e neve. Se parte il supporto andranno gli americani da M. Mundo una base ad un centinaio di km da MZS. 

Fatti i pieni ed i controlli necessari, alle 17:00 si riparte, sembra che il vento abbia perso un po’  della sua forza dandoci un po’ di tregua  e visibilità. Abbiamo viaggiato fino alle 20:30,  pranzo, non cena, perché il pranzo è più leggero, la cena più abbondante. Facendo due calcoli abbiamo saltato il pranzo, alle 22:00 di nuovo sui trattori, questa volta ho molte più forze ed energie, non ho problemi, mancano 65 km per la base, ma Nico ha detto: "Dobbiamo fare 50 km circa e poi ci fermiamo". Infatti alle 02:25 ci siamo fermati  per riposare, mancano 18 km  da fare ma non possiamo andare avanti, l’ultimo percorso ha troppa pendenza, avremmo dovuto salire con tre trattori per darci un aiuto.


16 febbraio 2016
Temperatura esterna meno 11°, vento  forte,  visibilità discreta, ma il vento  non ha fatto decollare l’elicottero, allora è venuto solo Jean Luc che sta a Prud Homme, ma con il gatto. 

I tre gatti delle nevi si sono messi dietro ai vari convogli legati, non per spingere noi, ma per tenere il carico in caso che questo dovesse partire da solo verso la discesa prendendo il sopravvento su di noi e portandoci con sé. Tutto va  bene, in caso che si dovesse verificare questo incidente si ribalterebbero, ma nel caso peggiore - dovete sapere che l’ultimo tratto costeggiamo il mare a circa 2 km  e poi sempre meno -  se questi  si ribaltano trovano più attrito,  perciò si fermano;  ma nel caso in cui non si ribaltano si va a fare un bel tuffo nel mare.

Raccontano i francesi che circa 4 anni fa un trattore ha preso il via e non è andato in mare semplicemente perché è andato a sbattere contro le cisterne del gasolio ancorate alle rocce che fanno da serbatoio per la base di Prud’Homme.  

Sul trattore con me è salito Bernard in quanto, essendo un tratto molto pericoloso, in caso di comunicazione parla lui. Infatti io guido e faccio tutto il resto, lui seduto accanto a me solo in caso di emergenza.  

Questa mattina il trattore n° 10, quello di Alex, ha dei problemi, è a 18 km,  ha una discreta perdita d’olio idraulico. Ma, essendo i trattori tutti pieni di neve, non si riesce a capire da dove perde. Il tempo è brutto,  non ci sono le condizioni ideali per lavorare, così si rabbocca l’olio che manca e si riparte. 

Bernard sale nel mio trattore,  io ho spostato il mio zaino da viaggio, i francesi dicono "le sac" per farlo sedere. 

Partiamo e sento  che il trattore non prende potenza, non va oltre i 1500 giri, Alex chiedeva come mai perché il suo davanti slittava e faceva fatica a tirarci, io ho detto a Bernard: "Sarà David dietro che ci tieni tirati",  ma ad un certo punto Davide ha anche mollato un po’ la corda ed Alex davanti continuava a fare fatica. Non c’è modo  di capire qual è il problema.  Alex e Bernard si parlano per radio,io ad un certo punto non riesco più a seguirli, ma il problema non riusciamo a risolverlo e solo dopo che ho capito che David non ci teneva più tirati mi si è accesa la lampadina di cosa poteva essere. 

Il trattore ha tre pedali: frizione, freno e un pedale per  decelerare in caso d’emergenza, perché l’acceleratore è manuale,  dunque nel salire Bernard, quando ho spostato il mio zaino, involontariamente  una parte di questo è andato sul pedale tenendolo leggermente spinto verso il basso, e questo  non dava potenza al trattore. Come ho appoggiato il piede sotto allo zaino alzandolo il trattore ha preso forza.   

Ore 12:15 - siamo in base per il pranzo.  Abbiamo portato solo la caravan giù con le due celle frigorifero, il resto è fermo alla pista, il tempo di mangiare, si calma un po’ il vento, arriva l’elicottero per DDU, così vado a fare le radio (alla francese),  in italiano la radiografia alla mano. Risultato: niente di rotto,  il dito è sempre gonfio e faccio molto fatica a muoverlo, ma da questa sera posso prendere  qualche farmaco per alleviare dolore e gonfiore, tanto non c’è più da guidare e poi non prendo più dossi che mi fanno sbattere di più il dito. 

Per le 15:30 eravamo già di ritorno, fuori il tempo sta peggiorando,  infatti siamo tutti in base fermi, così io mi faccio un ricco riposino prima di andare a cena.  

Alle 21:15 sono tutti nel letto a dormire,  io cerco di guardare un film, ma dopo un po’ faccio compagnia al resto dei francesi. Alex ha detto: "Cervello piccolo, ma la struttura fisica c’è, e regge anche bene. Non si rompe l’italiano".


17 febbraio 2016
Ormai le temperature sono altissime per chi sta qua. Fuori vento e neve,  gli scogli stanno iniziando a prendere il bianco invernale Antartico, la maggior parte dei pinguini sono già andati via  verso un ambiente più caldo, i piccoli hanno già cambiato quasi tutti il pelo. Devo dire sono un po’ brutti con metà pelo da piccoli e metà  da adulti sembrano dei pinguini con la scabbia. 

Vedere questi scogli mezzi vuoti  dà un po’  di tristezza,  poi con una giornata come oggi che li copre di neve con i suoi inquilini, ancora di più. 

Ogni tanto dalla finestra noto un piccolo accumulo di neve che prende vita, è un pinguino che coperto si alza, si scuote dalla neve che lo copre, si  riposiziona  chiuso in se stesso per ripararsi dal freddo e dalla neve. 

Per noi giornata di riposo, un po’  di relax  ma domani a prescindere delle condizioni meteo bisogna ripartire.  È vero che mette miglioramento, ma ormai con vento e neve bisogna conviverci fino al primo di marzo  e bisogna fare tutto il lavoro rimasto, preparare le cose già per il prossimo anno.


Domenica  21 febbraio 2016

Il clima qui e molto più cattivo, ormai il vento viaggia a braccetto con noi. Lavorare con queste condizioni meteo non è il massimo, ma non ci tiriamo indietro. 

Ieri siamo stati tutto il giorno sotto la neve. La fortuna è stato il vento che ci ha dato un po’ di tregua, ma alle 15:30 dopo una giornata fuori abbiamo fatto festa.  Io, per riprendermi, ricca doccia, e poi ho messo a fare la lavatrice. Ormai sto iniziando a mettere a posto già le mie cose. 

Siamo già riusciti a parcheggiare per il prossimo anno tre trattori ed un flex mobil. Oggi, essendo domenica, liberi; ma fuori vento e neve senza nessun risparmio.  

Appena finiamo tutto, chiudiamo la base e ci trasferiamo a DDU causa meteo. C’è il rischio che l’elicottero non possa decollare per portarci alla nave.

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