È un misto tra Frankenstein e uno zombie. E in mano ha un coltellaccio da macellaio.
“Tanto ti piglio!” ringhia. “Lo sai che ti piglio!”
Io corro, ma è come stare sopra un tapis roulant, di quelli da palestra: corri, corri e non arrivi mai da nessuna parte.
All’improvviso il mostro è sopra di me. Sta per uccidermi. Addio, mondo crudele!
“Voi due! Che state combinando?”, la voce è quella della maestra Gianna. “Non si corre nel corridoio!”
Il mostro, Gabriele Tardini della V° B, si ferma. In mano non ha un coltello, ma un righello.
Anch’io mi fermo, addosso alla maestra.
“Mi avete capito?”, ammonisce lei col dito alzato.
Per questa volta me la sono cavata. Ma la prossima?
Gabriele mi perseguita.
Andare a scuola, ormai, è diventato un problema.
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Non so più come fare per fermare Gabriele!
Non voglio passare da spia,ma non voglio neanche essere picchiato a vita.
In questi giorni Gabriele è più agguerrito che mai, non mi dà un minuto di pace.
Ho deciso! Voglio scoprire perché picchia solo me?!
Sono stufo! Domani comincerò ad indagare sull'infanzia di Gabriele: perché tormenta solo me?
Chiederò ai miei compagni di classe se all'asilo era così irrequieto.
Però devo farlo con molta discrezione perché se mi scopre sono finito.
Oggi a scuola, iniziano le ricerche.
Alla porta d'ingresso ho incontrato Gabriele che mi ha detto:
-Ehi,caccola,sei uscita dal naso?-
- Le.. le..levati di torno.-ho risposto.
Lui mi ha rincorso,e,in un attimo,ero appeso all'attaccapanni, mi ha levato le scarpe,le ha portate in bagno e le ha
"imbottite" di sapone alla fragola liquido; me ne sono accorto solo quando
me le ha riportate con un sorriso "beffardo".
Alla ricreazione ho chiesto ai miei compagni:
-Gabriele ha sempre avuto problemi di bullismo?-
Loro mi hanno risposto:
-Gabriele all'asilo era il bambino più tranquillo del mondo,ma quando ti ha visto è diventato una belva.-
Detto questo dietro di me è apparso il "mostro" Gabriele che mi ha lanciato addosso un pacco di uova.
Mentre ero sullo scuolabus mi sono chiesto:"Cosa può aver scatenato la sua ira contro di me?
Sceso, Gabriele, dietro di me, ha cominciato a "spararmi" addosso insulti. Mi è venuta voglia di dargli un pugno, ma ho avuto troppa paura. Per consolarmi sono andato a farmi un panino.
A casa ho chiesto a mamma:
-Mamma cosa posso aver fatto a Gabriele perché si sia scatenato in lui un così forte desiderio di picchiarmi?-
Mamma mi ha risposto:
-Ti ricordi quando papà licenziò tutti quegli operai per non dover chiudere?
Uno di quegli operai potrebbe essere stato il papà di Gabriele.-
A scuola oggi mi sono avvicinato a Gabriele e gli ho chiesto balbettando:
-T-tuo padre ha m-ai lavorato in u-un'azienda e poi è stato l-licenziato?
Mi ha risposto:
-Cosa te ne dovrebbe importare a te tappo di Esta-thè?!
-Vorrei aiutarti, dato che negli ultimi tempi mi sembri un po' depresso.-
-Non sono depresso e non ho bisogno di aiuto, tanto meno da una caccola come te.-
-Lascia perdere gli insulti e per favore rispondi alla domanda che ti ho fatto prima.-
-Sì! Mio padre lavorava in una ditta ed è stato licenziato perché stava fallendo.-
-Quindi tu mi picchi perché sai che sono il figlio del proprietario della ditta e ti vuoi vendicare, giusto?
-Hai azzeccato il motivo, caccola....-
-Cosa risolverai se continui a picchiarmi? Tuo padre rimane senza lavoro
e io torno sempre a casa pieno di lividi.
-Se smetti di picchiarmi, posso chiedere a mio padre se può fare qualcosa
per riassumere il tuo.-
-D'accordo caccola, se domani mi dici che mio padre sarà riassunto io
smetterò di picchiarti e già che ci siamo ti propongo una cosa che mi fa sentire un po' in imbarazzo: vuoi essere mio amico?-
-Accetto volentieri la tua proposta e ti chiedo di rivolgerti a me se hai
qualche problema con lo studio e altro, amico.
-Allora siamo d'accordo, domani qui con la risposta di tuo padre.
Oggi sono tornato a scuola contentissimo e mi sono recato al luogo dell'
appuntamento con Gabriele.
-Allora?-mi ha chiesto lui curioso.
-Sì, tuo padre tornerà a lavorare per il mio tra qualche giorno e penso
che sarà contento di nuovo una fonte di guadagno sicura.-
-Ottimo! Senti, con la matematica sono un po' indietro, mi daresti una mano?-
-Senz'altro!-
-Grazie! Senti.. io non ho mai voluto picchiarti, ma non tornava mai con
qualche soldo in tasca e non aveva mai un minuto libero per stare con me,
papà.-
Detto questo ho visto per la prima Gabriele con gli occhi lucidi.
Per tirarlo un po' su di morale gli ho chiesto:
-Su con la vita! Vieni a casa mia e,dopo una sfiziosa merenda giocheremo a
Fifa 16: vediamo se riesci a battermi.... se rimarrà il tempo studieremo anche matematica.
Vedrò se sono in grado di insegnarti le potenze....se me le ricordo bene....
Da oggi spero che Gabriele abbia imparato che la prepotenza non è mai la strada giusta
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